Il mese scorso al Molo Beverello, nelle vene di Partenope, dopo secoli è riemerso il fiume che trasporta l’acqua “zuffregna”. La scoperta è avvenuta durante lo svolgimento dei lavori per la nuova stazione marittima.
Napoli dunque non smette mai di sorprenderci, soprattutto quando si parla di archeologia. Il suo passato grandioso ritorna e ritorna con tutta la sua potenza e sconvolgente fascino. il passato nelle vene di Partenope…
Nei pressi di piazza Municipio infatti è tornato in superficie dopo circa 500 anni, il dimenticato fiume Beverellum. Il Molo Beverello infatti prende il nome proprio dalla presenza di questo antico fiume, ivi esistente. Le sue acque molto particolari fanno parte delle sorgenti napoletane.
Un’acqua “Zuffregna”, un’acqua dalle caratteristiche apprezzate già in epoca viceriale per le sue qualità organolettiche. Si racconta infatti che era molto richiesta e che le navi spagnole cisterna venivano a prelevarne periodicamente per portarne grande quantità in Spagna.
Tuttavia il fiume Biberellum non era l’unico, altre fonti parlano infatti di sorgenti come quella del Chiatamone e di Santa Lucia. Riflettiamo dunque nulla scoperta del rinvenimento, sull’importanza dell’acqua per Napoli, e di Napoli per l’acqua.
Acqua che rinnova, purifica, lava e da la vita. L’acqua di Napoli così diversa e buona da rendere particolarmente intenso e aromatico il caffè e perché no, l’impasto della pizza che è fatto con l’acqua che scorre nelle vene di Partenope, da secoli da tempi lontani eppure così vicini.
Il sottosuolo di Napoli: fresco e vivo, dove il rumore dell’acqua incessante e sonante da secoli risuona senza smettere. L’acqua che arrotonda, liscia e porta via con sé tutto. La semplice acqua che con una goccia di sapone è in grado di proteggerci dal Coronavirus, dal Covid-19, la prima difesa infatti è proprio quella di lavar bene le mani e spesso, e mai come adesso è dunque fondamentale.
Napoli: città fresca, bollente, limpida e torbida, liscia ma soprattutto frizzante…!